29 novembre 2019

Epatite C, in Italia 300.000 persone non sanno di averla


notizia di per sé incredibile, che assume un tono di tragicità se la si accompagna alla constatazione che quasi nessuno sa che lo Stato garantisce una pensione, se il contagio è dipeso da somministrazione di emoderivati o da causa di servizio...

MILANO  ANSACOM

In Italia si stima che, fino a gennaio 2018, siano state almeno 470.000 le persone con epatite C ancora da curare, di cui 300.000 inconsapevoli di avere l'infezione. Lo hanno sottolineato gli esperti riuniti oggi a Milano per la premiazione del concorso 'Giovani video-maker per una nuova visione: storie per vincere l'epatite C. Insieme l'eliminazione è possibile', promosso da Gilead con la Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), l'Associazione italiana studio del fegato (Aisf), Fondazione The Bridge e Federazione LiverPool.
Il numero di persone infettate dal virus dell'epatite C si stima sia l'1% della popolazione. "L'Italia è uno dei nove paesi sulla buona strada per rispettare gli obiettivi fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità per il 2030, di ridurre del 90% i nuovi contagi e del 65% le morti legate all'epatite C", rileva Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit. "Ma c'è ancora un grande sommerso - continua - L'Istituto superiore di sanità ha stimato, fino a gennaio 2018, che fossero 470.000 le persone non trattate, di cui 300.000 non sapevano di essere infette. Cifra che scende a 390.000 non trattati, se togliamo gli 80.000 curati tra il 2018 e ottobre 2019". Il problema principale, secondo Matteoni, è dunque trovare le persone positive al virus che non hanno fatto ancora il test. "Convincere qualcuno a farlo non è semplice perché l'epatite C è una malattia subdola, che rimane silente per molti anni - continua - e quindi molte persone si sentono bene e non pensano a farsi l'esame". Ancora più complicato è convincere a farsi il test chi è in una situazione di fragilità. "Le fasce più a rischio, oltre ai detenuti e tossicodipendenti, sono gli anziani - conclude - perché fino agli anni '60 i medici usavano le siringhe di vetro e non quelle usa e getta. Difatti in Italia la prevalenza di over 65 con epatite C è particolarmente alta". (link diretto alla fonte)

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